er il secondo album dei The Sound, From The Lions Mouth, la band ha deciso di lavorare con il produttore Hugh Jones (Echo & The Bunnymen, The Teardrop Explodes, Bauhaus). Il risultato è un album più stratificato rispetto al debutto, che combina il suono atmosferico e d'impatto della band con una serie di canzoni accessibili ma rinvigorenti. All'epoca, l'album ricevette un'ottima valutazione da parte della stampa musicale britannica, ma non riuscì a rendere popolare la band al di là della sua fedele base di fan. Oggi è considerato un classico del post-punk. From The Lions Mouth, un seguito relativamente sobrio ma vitale di Jeopardy, dimostrò che lo status di critica dei The Sound tra l'élite del post-punk non era casuale. Un budget di registrazione più consistente permise alla band di esplorare e creare un suono più pieno e coeso, mentre i testi di Adrian Borland divennero ancora più introspettivi (una svolta sorprendente dopo le inclinazioni spesso politiche di Jeopardy)
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