BUNUEL è il suono di una situazione difficile, peggiorata dalla riluttanza e dall'incapacità di comportarsi in modo corretto. Se inserirlo in un genere vi facilita la comprensione, giusto per avere un punto di riferimento, segnatelo come Heavy. 
Ma non un heavy in alcun modo prevedibile: l'amalgama di BUNUEL di ritmi spigolosi, salve di batteria, chitarre da guerra lampo e voci che suonano più come minacce che come promesse è post-punk, proto-heavy e arty nel culo. Arty come rumore d'avanguardia.
Prendendo il nome dal regista spagnolo Luis Buñuel, l'unico regista ad essersi fatto le ossa raccontando cosa succede quando due rasoi a mano libera incontrano gli occhi, l'ultimo album di BUNUEL, Killers Like Us, terza parte di una trilogia iniziata con A Resting Place for Strangers e poi The Easy Way Out, è un'aggiunta micidiale al canone della buona musica per gente cattiva.
Prodotto da un gruppo quasi super di fama mondiale, BUNUEL vanta il lavoro sonoro del trio formato dal chitarrista Xabier Iriondo, dal basso di Andrea Lombardini e dalla batteria di Francesco Valente, insieme alla voce di Eugene S. Robinson (OXBOW).
Xabier è il deus-ex-machina di alcuni dei progetti musicali più avventurosi, sia come chitarrista che come manipolatore del suono per decine di band in oltre 50 dischi con major e etichette indipendenti, il cui lavoro lo ha visto suonare dal vivo in tre continenti. E il numero continua a salire.
Andrea Lombardini, compositore, produttore e bassista elettrico, ha suonato nel jazz, pop, rock e praticamente in ogni genere a livello internazionale, con artisti del calibro di David Binney, Mark de Clive-Lowe, Jason Lindner, Richard Julian, Michel Godard e molti altri.
Francesco Valente, compositore, percussionista, improvvisatore ed estremista del suono, è una componente fondamentale della rock band Il Teatro Degli Orrori.
Eugene S. Robinson, cantante, paroliere e proprietario del revolver .44 magnum sulla copertina del disco, ha trascorso gli ultimi 30 anni con i terroristi dell'arte americani OXBOW.