Mind Maze, il quinto album dei Trees Speak, è un'opera sperimentale e innovativa che esplora un'ampia gamma di influenze musicali, dal krautrock al post-punk, dall'elettronica alla musica cosmica.
Il disco si apre con la title track, un brano strumentale che mette in mostra il virtuosismo dei due musicisti, Daniel Martin Diaz e Damian Diaz. La canzone è caratterizzata da un ritmo ipnotico e da una melodia malinconica che si insinua nella mente dell'ascoltatore.
I brani successivi spaziano tra diverse atmosfere, dal rock incalzante di "Minotaur" alla psichedelia di "Syndrome". "Sospetto" è un brano cupo e inquietante che evoca le atmosfere dei film noir degli anni '60. "Illusions" è un pezzo più melodico, con un tocco di jazz.
La seconda parte dell'album è caratterizzata da un'atmosfera più cosmica. "Scanner" è un brano strumentale che crea un paesaggio sonoro alieno e suggestivo. "Burner" è un pezzo più energico, con un ritmo che ricorda il rock progressivo. "Rare Earth" è un brano sperimentale che combina elementi di elettronica e musica classica.
L'album si conclude con "Stone Tape", un brano strumentale che evoca le immagini di un deserto solitario e desolato.
Mind Maze è un album che non può lasciare indifferenti. È un'opera complessa e affascinante che richiede più di un ascolto per essere apprezzata appieno. È un disco che va oltre i generi e le definizioni, e che offre un'esperienza sonora unica e coinvolgente.
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